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Fuorviante e privo di approfondimenti. L’ultimo servizio de “Le Iene” sulla sigaretta elettronica va in netto contrasto con quello di Matteo Viviani, andato in onda nel 2013: l’inviato dimostrava in maniera scientifica l’assenza, nei liquidi legali e certificati, di componenti nocivi per l’organismo.

Negli ultimi giorni, la famigerata trasmissione “Le Iene” ha particolarmente scosso il mondo dello svapo italiano. Ci riferiamo, in particolare, al servizio andato in onda lo scorso 8 ottobre, dal titolo “La sigaretta elettronica fa male? Il caso Stati Uniti“.

Durante il programma, l’inviato Alessandro Politi viaggia verso Chicago per intervistare diversi familiari di pazienti ricoverati per aver sviluppato una polmonite chimica, presumibilmente a causa della sigaretta elettronica.

Il servizio, però, ben poco si focalizza sulle cause effettive. Infatti, dire e scrivere che vi sia in atto un’epidemia da sigaretta elettronica, e soprattutto che quest’ultima sia gravemente nociva per la salute, è altamente scorretto e fuorviante.

Il problema è il dispositivo, o l’uso che se ne fa?

L’inviato non evidenzia a sufficienza che, nella quasi totalità dei casi, il liquido usato per lo svapo non fosse un aroma certificato, e quindi legale. Difatti, tutti i dispositivi analizzati erano stati caricati con olii a base di marjiuana, estratti o concentrati.

Un dato assolutamente certo è che non vi è alcuno dei malcapitati che abbia sviluppato la polmonite a causa dell’uso di liquidi legali, controllati e disponibili sul mercato. Gli stessi pazienti ricoverati hanno riferito di aver fatto uso di sostanze provenienti dal mercato illegale.

È ovvio: qualsiasi sostanza nociva che venga inalata può danneggiare in maniera irreversibile il nostro organismo. È come se si fumasse del crack. L’attenzione, quindi, si dovrebbe focalizzare non tanto sul dispositivo, quanto sul prodotto che esso contiene. In questo caso, del liquido che viene svapato.

Il consumo dei liquidi e degli aromi, venduti nel mercato legale, è completamente sicuro, poiché sottoposti ad una severa e dura legislazione. Come d’altronde sostiene la Iena Matteo Viviani, in un servizio andato in onda nel lontano 2013 e visionabile cliccando qui.

Il servizio di Matteo Viviani del 2013, sulle sigarette elettroniche

Il servizio delle Iene, andato in onda l’altra sera, va in netto contrasto con quello realizzato da Matteo Viviani nel lontano 2013. Viviani espone una rassegna di dati scientifici e oggettivi, che smentisce in maniera determinante la campagna di disinformazione di questi giorni sulla sigaretta elettronica.

Durante il programma, andato in onda sei anni fa, Viviani intervista il dott. Domenico Di Candia, della sezione di tossicologia forense dell’Università degli studi di Milano. A seguito di alcuni analisi condotte su liquidi legali e certificati, il dottore rivelava: «Non sono state rilevate quantità significative di nessun metallo tali da essere considerate tossiche per l’organismo umano».

Spiega ancora il dott. Di Candia: «Fumando questo preparato (il liquido, ndr) noi andiamo ad inalare solo due composti, invece delle 700 e più sostanze che derivano dalla combustione di una sigaretta tradizionale».