Il clima creatosi intorno al mondo del vaping negli ultimi anni ha indotto il panorama scientifico ad interrogarsi sulla sicurezza dell’inalare vapore e sulle differenze che questo produce rispetto al fumo delle sigarette. In particolare, ci si interroga sugli effetti che queste possono avere sui più giovani, generalmente considerati come la categoria più vulnerabile e più facilmente influenzabile.
Le critiche rivolte in tal senso al mondo del vaping riguardano il fatto che i giovani risultano molto sensibili alle mode, talvolta anche a quelle pericolose, e la possibilità che l’utilizzo delle e-cig li spinga a passare alle sigarette analogiche.
Fortunatamente, vari studi scientifici condotti negli ultimi anni hanno completamente ribaltato queste convinzioni, dimostrando anzi che in molti casi l’aumento dei giovani vapers ha comportato una diminuzione degli adolescenti fumatori.
Caso più importante è quello degli studi coordinati da David Hammond dell’università canadese di Waterloo, intitolato “Prevalence of vaping and smoking among adolescents in Canada, England, and the United States: repeat national cross sectional surveys”.
Inizialmente i risultati della ricerca furono negativi, evidenziando fra il 2017 ed il 2018 un aumento sia dei vapers che dei fumatori in una fascia di età fra i 16 e i 19 anni, in Canada, negli Stati Unity ed in Inghilterra. Gli stessi ricercatori considerarono la situazione grave, suggerendo un attento monitoraggio del mercato del vaping. Tuttavia, un anno dopo arriva la rettifica dello stesso Hammond, che ammette la presenza di alcuni errori di calcolo nella ricerca precedentemente pubblicata, escludendo di fatto la possibilità di tale significativo aumento dei giovani vapers e fumatori.
Un altro studio pubblicato su Tobacco Control, intitolato “Association of initial e-cigarette and other tobacco product use with subsequent cigarette smoking in adolescent: a cross-sectional matched control study”, analizza un insieme di dati ufficiali relativi ad un campione di 78.625 giovani statunitensi. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: del primo gruppo fanno parte coloro che avevano utilizzato come primo prodotto la sigaretta elettronica, nel secondo quelli che avevano utilizzato prodotti a combustione diversi dalle sigarette e nel terzo quelli che avevano utilizzato prodotti del tabacco senza combustione.
Dai risultati della ricerca emerge che soltanto l’1% di coloro che hanno iniziato con la sigaretta elettronica sono poi effettivamente passati alle sigarette e anzi avevano il 26% in meno di possibilità di passare alle sigarette rispetto a quelli che consumavano prodotti a combustione diversi dalle sigarette.
In conclusione, risulta non solo smentita, ma anche ribaltata, l’idea che l’utilizzo della sigaretta elettronica induca al passaggio alle sigarette tradizionali.