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Soprattutto in tempo di Covid19, ci si interroga sulla sicurezza delle sigarette elettroniche e sulla contrapposizione con i danni derivati dal fumo del tabacco. Ma quali sono gli approcci dei governi riguardo la riduzione del danno da fumo?

La situazione nel Regno Unito

In prima linea nella lotta contro il tabacco, il Regno Unito ha da tempo accettato la riduzione del danno da fumo tramite e-cig. La Public Health England (PHE), Istituto di Sanità britannico, nel 2015 ha stilato un importante documento scientifico. In base ai numerosi studi ed evidenze riportati, si evince che le sigarette elettroniche sono il 95% più sicure rispetto alle sigarette analogiche.

Anche a livello culturale, nel Regno Unito si vive diversamente il vaping rispetto al resto del mondo. Le sigarette elettroniche, infatti, vengono prevalentemente utilizzate da adulti intenzionati a smettere di fumare. La sensibilizzazione sul tema, con iniziative come lo Stoptober del 2011, ha ridotto anche la diffusione di e-cig fra i giovani.

Il passo della Nuova Zelanda

Il percorso tracciato dal Regno Unito, sta per essere intrapreso dalla Nuova Zelanda. La recente approvazione di una legge che agevola il reperimento di strumenti utili a smettere di fumare configura ufficialmente le sigarette elettroniche come principale strumento di riduzione del danno. Ciò non vuol dire che lo svapo sia sicuro al 100%, ma sicuramente se ne riconosce l’utilità per chi intende smettere di fumare.

Contestualmente, la nuova legge che entrerà in vigore a novembre prevede il divieto di vendita dei prodotti per lo svapo ai minori di 18 anni. Inoltre, è vietato l’utilizzo della sigaretta elettronica in auto in presenza di bambini. La sensibilizzazione dei minori è quindi l’obiettivo principale dei governi che stanno procedendo in questa direzione.

La riduzione del danno da fumo in Italia

Nonostante le evidenze scientifiche, in Italia si considera l’approccio della riduzione del danno non attuabile come strategia di salute pubblica. Si mira piuttosto alla disassuefazione dal fumo e dall’utilizzo di prodotti del tabacco o contenenti nicotina.

Se non bastassero gli studi scientifici, è stato presentato al congresso della Società italiana di medicina generale (Simg) un sondaggio realizzato su 400 medici italiani. Questo evidenzia come, approssimativamente, il 57% dei medici ha aperto alla possibilità di utilizzo di sigarette elettroniche come strumento di riduzione del danno da fumo.

L’iniziativa europea

L’associazione European Tobacco Harm Reduction Advocates (Ethra) ha come obiettivo la difesa dei consumatori di sigarette elettroniche. Il Manifesto è stato approvato da 21 associazioni di consumatori. La richiesta è il riconoscimento come diritto alla tutela della salute umana dell’accesso alle politiche, ai servizi e ai prodotti per la riduzione del danno da fumo.

Anche l’associazione italiana Anpvu fa parte dell’Ethra e lotta per il riconoscimento dei diritti di soggetti che non hanno alcun interesse se non la propria salute. In totale, l’Ethra rappresenta più di 14 milioni di utilizzatori in tutta Europa.

Sebbene nella letteratura scientifica sia ancora presente un conflitto sulla assoluta sicurezza del vaping, abbiamo la certezza della riduzione del danno rispetto alle sigarette analogiche. Ci uniamo all’appello lanciato dall’Ethra, confidando nel fatto che, se restiamo uniti, tutto è possibile!